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BILANCIO SOCIALE 2022

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  • Introduzione

    Nell’introdurre il nostro bilancio voglio innanzitutto esprimere il mio apprezzamento per la presenza, l’impegno, la motivazione dei componenti degli organi ed il mio ringraziamento al direttore e a ciascun membro del personale dell’impresa sociale Con i Bambini perché ognuno ha sempre lavorato con determinazione, straordinaria competenza e profonda motivazione.

    Come dettagliatamente documentato in questo bilancio, nel corso del 2022, l’impresa sociale Con i Bambini ha attentamente seguito la realizzazione di 198 interventi finanziati per altrettanti partenariati. Al contempo ha deliberato contributi per € 50.572.526 e ha liquidato contributi per € 54.315.990 ovviamente relativi anche a progettazioni in corso di realizzazione e decise negli anni passati. E, nel corso del 2022, ha esaminato ben 879 nuove proposte.

    Va ricordato che il Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile è all’opera in virtù del Decreto legge 23 luglio 2021, n. 105 (il quale ha disposto la proroga del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile per gli anni 2022 e 2023 con Legge di bilancio 2022 (30 dicembre 2021, n. 234).

    Va ricordato che Con i Bambini, dal 2016 al 2022, attraverso bandi e iniziative ha finora assegnato complessivamente oltre 386 milioni di euro. Ha, così, attivato circa 600 partenariati che comprendono 8600 organizzazioni pubbliche (comprese centinaia di scuole e moltissimi comuni) e private, prevalentemente del terzo settore, raggiungendo oltre mezzo milioni di minorenni. Sono cifre molto importanti. E le risorse messe in campo, qui documentate per l’anno scorso, non sono cadute “a pioggia” come, purtroppo, avviene per troppi finanziamenti pubblici. Sono, invece, risorse pubbliche gestite con rigore ma secondo modalità privatistiche, che hanno saputo attribuire mezzi per operare a innovative e competenti comunità educanti all’opera nei territori più fragili, secondo modalità di selezione rigorosa che sta diventando un modello di attribuzione intelligente di risorse nate con determinazione pubblica e finalizzate a raggiungere decine di migliaia di bambini e bambine e ragazzi e ragazze socialmente esclusi, in ogni angolo d’Italia.

    Per sottolineare i significati più larghi che questo bilancio suggerisce, tengo a ricordare entro quale paesaggio ha luogo l’azione che l’impresa sociale Con i Bambini attua con questo bilancio, richiamando quattro grandi questioni nazionali che emergono dal cantiere del contrasto della povertà educativa minorile del quale ci occupiamo:

    1. Il grande cantiere nazionale di “sviluppo educativo” finanziato da Con i Bambini rappresenta oggi la più estesa azione di riscatto educativo – con forte articolazione locale e perciò ogni volta rivolta ai luoghi e alle persone (place and people centred).  Non è un cantiere “generalista” rivolto in modo indifferenziato a tutti i minori. Lavora, invece, nelle aree fragili del Paese, procede provando ad applicare il comma 2 dell’art. 3 della Costituzione, per rendere effettivo quanto indicato da tempo anche dalla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia, dall’agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile nonché dagli indirizzi della commissione dell’UE. Le comunità educanti sostenute grazie a questo bilancio svolgono, insomma, opera di “discriminazione positiva” con forte ispirazione costituzionale, inverando diritti e dando nuova opportunità a chi parte con meno nella vita.
    2. Dunque, nel suo operare, il Fondo che gestiamo rappresenta la maggiore esperienza di educazione compensativa e riparativa in Italia. Tale opera si realizza in modo del tutto nuovo per la “scena italiana” perché applica come metodo costante il principio costituzionale (art. 118) della sussidiarietà secondo il quale non è solo lo stato a battersi per inverare il diritto alla cittadinanza ma una pluralità di soggetti pubblici e privati che, insieme, si attivano secondo modalità integrate e flessibili. Ciò è reso possibile, come qui si vede, dal carattere del nostro bilancio, che ha natura privatistica ma che risponde a finalità tutte pubbliche che prescrivono un “di più” di rigore, che queste pagine testimoniano.
    3. Al tempo stesso, noi siamo testimoni dell’evidenza che, nonostante la presenza dell’esteso cantiere del quale si occupa il bilancio qui illustrato, la povertà educativa continua a rappresentare un potente fattore di crisi. Lo è non solo relativamente ai diritti dei minori in quanto cittadini in crescita ma in termini di possibilità di sviluppo sostenibile perché troppa parte dei nostri ragazzi/e, che sono il nostro comune futuro, si trova in una situazione di sofferenza che spinge a una mancata piena attivazione del “fattore umano”, in termini di sviluppo sostenibile mentre è ancora troppo incerta la prospettiva di una riparazione “di sistema”. Infatti i dati ci dicono che:
    • i numeri di minorenni in povertà relativa e assoluta continuano ad aumentare fino ad arrivare, sommati, a rappresentare circa un terzo (3,3 milioni circa sui 9,4 milioni complessivi), il che è un’enormità in un Paese ricco in caduta delle nascite e che vede i minori essere il 14% della popolazione;
    • vi è una minaccia al lavoro stabile soprattutto nel Sud che sta aggravando la povertà delle famiglie in tutte le aree di crisi mentre ricompare l’inflazione insieme alla crescita che, tuttavia, resta incerta;
    • oltre ai diffusi fenomeni di esclusione multidimensionale precoce crescono fenomeni estremi di vera sofferenza psicologica insieme a moltissime diverse dimensioni del disagio durante la crescita;
    • i fondi pubblici opportunamente programmati per dare risposta alla magnitudo della povertà educativa in Italia, allocati sia dal PNRR sia dalla programmazione UE 2021-2027 sia in via ordinaria entro il welfare delle articolazioni dello Stato vedono sovrapposizioni e mancati coordinamenti, con rischio di sprechi e, per le fonti più importanti, una ancora mancata o incerta “messa a terra”, che, fin qui, non ha visto un matching strategico tra chi gestisce i fondi e chi mostra di saper operare bene sul campo (come i partenariati finanziati dal Fondo grazie al lavoro di Con i Bambini);
    • vi è una penuria di operatori sociali, un fenomeno che emerge per molte ragioni: la mancata stabilità dei pagamenti pubblici su azioni e progetti di prossimità educativa (al contrario della relativa stabilità che i nostri progetti garantiscono), il turn-over di personale a scuola, che ha attratto molti giovani operatori del civismo educativo verso la docenza, la difficoltà e pena nel lavorare in prossimità in mancanza di consolidati servizi e di orizzonti garantiti di welfare educativo;
    • si manifesta la fatica (soprattutto nel Mezzogiorno) delle pubbliche amministrazioni più prossime ai cittadini e ai minorenni fragili (i comuni, le municipalità, gli ambiti territoriali) di garantire servizi stabili e di saper gestire con criteri di efficacia/efficienza i fondi in arrivo.
    1. Usciti dalla drammatica fase pandemica (durante la quale i partenariati sostenuti dal Fondo hanno saputo dare risposte flessibili e articolate a emergenze ulteriori rispetto alla già forte fragilità multidimensionale di tanti territori, come documentato nel bilancio relativo al 2021), vi è stata, per un verso, una ripresa di attenzione per tutti i processi di socializzazione di bambini/e e ragazzi/e da parte delle reti del terzo settore dei comuni, del volontariato, delle scuole in ogni parte d’Italia e tale spinta è stata raccolta dall’azione del Fondo e da Con i Bambini ma, per altro verso, le reti stesse ci segnalano, in modo differenziato secondo i diversi territori, che la febbre resiste, che i lasciti della pandemia sulle persone in crescita (soprattutto nelle aree povere d’Italia e con i bambini/e e ragazzi/e più fragili) non spariscono, resistono nel tempo, non sempre hanno risposte resilienti e le stesse resilienze portano con sé anche rinunce, ansie, fatiche più strutturali.

    Oggi le centinaia di organizzazioni al lavoro sul campo, con le quali i nostri uffici si confrontano – con grande costanza, professionalità e sensibilità – ci segnalano continuamente queste quattro evidenze che, a loro volta, indicano:

    • l’urgenza di rispondere a una crisi “da povertà educativa” multi-dimensionale, multi-strato e resiliente nel tempo, con “politiche di sistema” ben coordinate a livello nazionale, regionale e locale, che sappiano, dunque, fare pieno tesoro dei tantissimi “ritrovati” del cantiere che si è allestito grazie ai nostri bilanci;
    • la necessità di poter stabilmente contare sulle comunità educanti – il che significa che l’insieme delle politiche pubbliche considerino queste alleanze territoriali esperte e operative la risorsa strategica atta a contrastare la povertà educativa in Italia.

    Tale prospettiva, necessaria e ambiziosa, va costruita insieme ad ACRI, al Forum del Terzo Settore e a tutte le Istituzioni della Repubblica.

    Siamo pienamente impegnati su questa strada, che ci viene indicata dal mandato ricevuto. Il Fondo, infatti, è stato creato per aprire la via a politiche di stabile welfare educativo dedicato a tutte le aree di crisi, secondo modelli messi alla prova grazie al grande scenario di sperimentazioni attivate. E, pertanto, in virtù proprio dell’impianto che questo bilancio descrive, siamo in grado di curare, con ogni documentazione, interlocuzioni stabili e informate con governo e con ciascun ministero interessato, con le regioni, gli ambiti territoriali, i comuni, il Parlamento.

    Marco Rossi-Doria
    Presidente Con i Bambini

    Bilancio completo - versione stampabile


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