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BILANCIO SOCIALE 2021

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  • 2.3 Bando Adolescenza


    Il bando Adolescenza, pubblicato nel 2016, ha l’obiettivo di contrastare i fenomeni della dispersione e dell’abbandono scolastici, nonché la riduzione dei fattori di svantaggio e di rischio di devianza tra gli adolescenti nella fascia di età 11-17 anni. 

    Il bando, articolato in due fasi concluse nel 2018, ha visto la selezione di 86 progetti6, di cui 69 regionali e 17 multi-regionali, a fronte di 248 proposte presentate, per un finanziamento complessivo di oltre 73 milioni di euro. 

    Nel corso del 2021 sono 10 le iniziative giunte a conclusione. L’educativa “a singhiozzo” del primo semestre dell’anno, con quarantene e periodi di didattica a distanza dovuti all’emergenza sanitaria, ha inciso sulla realizzazione della maggior parte degli interventi, che sono stati riprogrammati alla luce di un possibile svolgimento in presenza.

    Tabella 8 – Bando Adolescenza: contributi assegnati e liquidati al netto delle revoche antecedenti all’avvio delle attività

    6 Il Consiglio di Amministrazione di Con i Bambini ha deliberato la revoca di un progetto prima dell’avvio delle attività. Un contributo assegnato ad un progetto è stato revocato in corso d’opera (maggio 2020) a causa di profonde e non sanabili modifiche intervenute nella composizione del partenariato e di gravi inottemperanze del soggetto responsabile.

    Al fine di raggiungere gli obiettivi prioritari di contrasto dell’abbandono e della dispersione scolastica, i partenariati hanno proposto strategie d’intervento focalizzate sull’integrazione tra ambito scolastico ed extra-scolastico, sulla promozione del protagonismo dei minori e sulla centralità degli istituti scolastici quali spazi di apprendimento, crescita e socializzazione aperti al territorio.

    La situazione emergenziale ha imposto alle reti una revisione delle priorità di intervento, possibile grazie a una sempre più solida alleanza tra scuola e terzo settore. Il disagio vissuto dagli adolescenti, riportato dalla cronaca nelle sue esternazioni più violente, è emerso con chiarezza una volta tornati a lavorare “sul campo”.

    Grazie alle relazioni di fiducia instauratesi nelle comunità educanti si è riusciti a mantenere quell’approccio di prossimità, messo in discussione dalla pandemia, che ha facilitato in questa nuova fase la rilettura dei bisogni e, nella maggior parte dei territori, il pronto sostegno alle emergenti fragilità degli adolescenti e delle loro famiglie.

    Il primo bisogno manifesto riguarda i divari negli apprendimenti degli adolescenti a rischio dispersione, acuiti dal continuo alternarsi di didattica in presenza e a distanza. L’allargamento della sfera di disagio socio-economico generato dalla pandemia, infatti, ha portato con sé un aumento dei bisogni educativi degli adolescenti vulnerabili. Il focus delle iniziative è quindi passato dalla motivazione allo studio al recupero delle carenze formative: le scuole hanno espressamente richiesto agli enti di terzo settore di introdurre corsi di recupero scolastico, puntando sull’integrazione della didattica tradizionale per venire incontro all’emergenza creatasi. 

    Un secondo bisogno, emerso direttamente dal dialogo con gli adolescenti, riguarda la necessità di concentrarsi sulla rielaborazione dei vissuti, garantendo opportunità di ascolto e sostegno del benessere psicologico dei minori. In generale, i progetti di stimolo al protagonismo giovanile hanno optato per una maggiore flessibilità delle proposte laboratoriali ed educative per accogliere le rinnovate esigenze di espressione e di socializzazione dei minori, incoraggiandone la partecipazione.

    Infine, l’apertura delle scuole al territorio ha risentito delle limitazioni e delle incombenze burocratiche dovute alle disposizioni sanitarie, per cui molti progetti hanno ripreso la formula dell’outdoor education, sperimentata durante l’estate del 2020, approfondendone la riflessione pedagogica: non solo l’adozione di metodologie attive in ambienti esterni, ma la creazione di un rapporto concreto con il contesto di riferimento in ottica trasformativa e di consolidamento della comunità educante.

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