HOME

bilancio di missione 2023

  • PARTE PRIMA

  • PARTE SECONDA

  • PARTE TERZA

  • PARTE QUARTA

  • PRECEDENTI EDIZIONI

    HOMEPAGE BILANCI

  • 4.1 – Relazione sulla gestione del portafoglio finanziario

    4.1.1 Il quadro economico e finanziario

    Nel corso del 2023 l’economia globale, dopo gli shock degli anni precedenti (pandemia, guerra), si è progressivamente normalizzata. Si è infatti manifestata una progressiva distensione delle condizioni di offerta nel mercato dei beni accompagnata da un rientro dei prezzi delle materie prime, sia pur su livelli ancora superiori a quelli pre-crisi. Allo stesso tempo si è osservato un aumento dell’occupazione con crescite salariali ancora relativamente moderate. Queste condizioni hanno favorito la relativa tenuta dei redditi e quindi dei consumi, contenendo il rallentamento economico e allontanando lo spettro della recessione in un quadro di discesa dell’inflazione che, sul finire d’anno, ha generato l’attesa di riduzioni dei tassi di interesse a partire dalla prima metà del 2024. Ciò nonostante, permangono ancora diversi squilibri che pongono alcuni vincoli alla crescita determinando di conseguenza un’attività economica relativamente debole che dovrebbe protrarsi ancora per alcuni trimestri.
    Analizzando in dettaglio le singole aree geografiche, negli Stati Uniti l’economia reale si è mostrata più resiliente delle aspettative, con una crescita nel 2023 pari al 2,5%. Nella prima fase dell’anno si è assistito alla crisi delle banche regionali americane ma la situazione è velocemente rientrata verso la normalità grazie anche all’intervento delle autorità governative con ripercussioni marginali sull’economia generale. Nella seconda fase dell’anno la crescita economica è stata maggiormente robusta, spinta principalmente dai consumi interni e dalla spesa pubblica. L’inflazione al consumo core americana si trova attualmente in una fase di discesa stabile e sembra rientrare, nel tempo, verso il target desiderato dalla FED, mentre la disoccupazione rimane sui minimi storici. In Cina la crescita del PIL nel 2023 si è attestata al 5,2%, superiore rispetto al 3% osservato nel 2022. La dinamica dei consumi interni è rimasta relativamente debole a causa delle ripercussioni della crisi immobiliare che fa ancora sentire i suoi effetti sull’economia reale. Oltre a ciò, uno dei principali problemi del Paese è la deflazione in atto. La banca centrale cinese durante l’anno ha tagliato, se pur di poco, i tassi di interesse di riferimento e il tasso di riserva obbligatorio. L’area Uem ha manifestato le maggiori difficoltà, soffrendo maggiormente la perdita del potere d’acquisto delle famiglie, la scarsa produttività e le difficoltà competitive della Germania che ha sperimentato una fase recessiva. Nel complesso la crescita media del 2023 si attesta allo 0,5% con andamenti divergenti tra i principali Paesi. Alla già citata situazione difficile della Germania, la cui attività economica si è contratta dello 0,1%, si associa una dinamica migliore delle attese in Spagna la cui crescita media si è attestata al 2,5%; in Francia e in Italia la crescita economica si è attestata rispettivamente a 0,9% e 0,7%. In Italia l’utilizzo dei risparmi accumulati durante la pandemia e il buon andamento degli investimenti in costruzioni, trainati da quelli pubblici e dagli incentivi fiscali, hanno attutito gli effetti negativi del rallentamento della domanda mondiale e i ritardi di attuazione del PNRR permettendo di contenere quindi la fase di rallentamento. L’inflazione Core anche in Europa, dopo aver raggiunto il picco nel 2022, è entrata in una fase di rallentamento e di graduale rientro verso il target della banca centrale. Sotto il profilo della politica monetaria, il Consiglio direttivo della banca centrale ha deciso di continuare a reinvestire integralmente i titoli in scadenza del PEPP nella prima metà 2024; tuttavia, nella seconda parte dell’anno, il portafoglio del PEPP verrà ridotto per terminare i reinvestimenti nell’ambito di tale programma alla fine del 2024.
    Nel 2023 è proseguito il percorso di inasprimento delle politiche monetarie intrapreso dalle principali banche centrali a livello mondiale, con ulteriori rialzi dei tassi di interesse a livello globale fino alla fine del terzo trimestre. La FED ha effettuato 4 aumenti dei tassi portandoli al 5,5%. La BCE ha invece effettuato 5 rialzi dei tassi ufficiali portandoli al 4,5%. Il rientro dell’inflazione osservato nell’ultimo trimestre dell’anno ha comportato il diffondersi di una rapida inversione di tendenza delle condizioni monetarie nelle aspettative dei mercati. Ciò si è riflesso in un calo dei rendimenti dei titoli governativi soprattutto sul tratto a medio-lungo termine che, dopo aver raggiunto un punto di massimo nel terzo trimestre dell’anno, si sono sensibilmente ridotti negli ultimi due mesi dell’anno, in alcuni casi anche di un punto percentuale. Lo spread BTP-Bund è rimasto su livelli contenuti, pur a fronte della resistenza italiana alla ratifica del Mes e al ripristino del patto di stabilità nel 2024.
    Sui mercati finanziari il 2023 è stato complessivamente un anno positivo per quasi tutte le asset class e aree geografiche globali, nonostante gli shock generalizzati che si sono verificati in corso d’anno. Nella prima parte dell’anno i corsi azionari hanno seguito un sentiero erratico seppur complessivamente positivo, influenzati dalla maggior avversione al rischio degli investitori, in un contesto in cui le banche centrali sembravano ancora orientate a mantenere i tassi elevati per un periodo prolungato per contrastare la spinta inflazionistica. Le dinamiche macroeconomiche migliori delle attese, associate al progressivo allontanamento delle ipotesi recessive e al rientro dell’inflazione, hanno generato un vero e proprio rally di fine anno sia sui mercati azionari che obbligazionari. Le attese degli investitori, circa un taglio maggiormente marcato e anticipato dei tassi di interesse, hanno generato un sensibile calo dei rendimenti governativi e del premio per il rischio sostenendo le quotazioni di tutte le asset class. Nel dettaglio, i mercati azionari hanno chiuso il 2023 con performance generalmente in doppia cifra; il mercato azionario statunitense ha ottenuto una performance Total Return del 26,3%, spinto dalle performance del settore tecnologico connesse all’evoluzione dell’intelligenza artificiale; nell’area Uem la performance è stata mediamente più contenuta, pari al 23% circa, ma con andamenti divergenti tra i vari paesi. L’Italia è tra i paesi con le performance migliori, pari ad oltre il 30%, spinta dal settore bancario che, grazie alle ristrutturazioni e agli accantonamenti effettuati negli anni precedenti, ha beneficiato in pieno del contesto di tassi più elevati recuperando ottimi livelli di redditività. Tra gli altri principali mercati si rileva la performance del Giappone (+31%), miglior mercato dell’area asiatica; è proseguita invece la sofferenza del mercato azionario cinese che ha registrato il terzo anno consecutivo di cali a doppia cifra (-11% la perdita 2023). Sui mercati obbligazionari si è assistito ad una buona ripresa, che ha permesso di recuperare parzialmente le perdite accumulate nel corso del 2022. La dinamica positiva è stata principalmente sostenuta dagli andamenti osservati nell’ultima parte dell’anno; l’indice dell’area Uem è cresciuto del 6,7% mentre quello dei governativi USA del 4,0%. Sui mercati emergenti invece il guadagno è stato più sensibile e pari ad oltre 10%. Anche l’indice italiano dei titoli governativi ha chiuso l’anno con performance positive (+9%). L’aumento di valore ha riguardato anche i titoli obbligazionari corporate, sia con rating investment grade (+8% e +8,4% rispettivamente per area Euro e USA) che high yield (nell’ordine del +12% / +13%).
    Nel corso dell’anno l’euro si è indebolito nei confronti del dollaro USA, mentre in linea generale il dollaro americano si è rafforzato rispetto alle principali valute globali. Infine, il petrolio ha registrato ribassi sostenuti, nonostante le incertezze sul lato dell’offerta derivanti dai conflitti in atto.

    4.1.2 La strategia di investimento adottata

    La strategia di investimento adottata dalla Fondazione nel corso del 2023 ha seguito in via generale l’impianto strategico (linee guida di indirizzo di gestione del patrimonio e Asset Allocation Strategica -AAS) deliberato dal Comitato di Indirizzo a novembre 2021 a valere sul triennio 2022-2024 e poi revisionato nella parte finale del 2023 per renderlo più allineato al mutato contesto di mercato. Un contesto esterno che è andato profondamente modificandosi e la conseguente naturale revisione degli obiettivi propri della Fondazione ha difatti reso necessaria una attività di verifica.
    Le analisi condotte nella parte finale dell’anno hanno confermato l’AAS fino a quel momento vigente, che consentirebbe di raggiungere gli obiettivi minimi di sostenibilità di erogazioni e spese e di accantonamento a Riserva Integrità Patrimonio in funzione dell’avanzo di esercizio, da intendersi come obiettivo di 1° livello, e definito una AAS dal profilo rendimento/rischio più elevato, da intendersi invece come percorso da seguire per puntare al raggiungimento di un set di obiettivi più ambiziosi (tra cui l’irrobustimento del Fondo Stabilizzazione Erogazioni e la piena conservazione reale del patrimonio in funzione dell’inflazione effettiva). In una cornice di linee guida di indirizzo di gestione del patrimonio che resta sostanzialmente la stessa seppur nell’ambito di un fisiologico aggiornamento, la modalità di implementazione della strategia di investimento a valere sul triennio 2024-2026 verterà invece su un evoluto modello gestionale Core-Satellite basato su una stratificazione del portafoglio per obiettivi. E già le ultime movimentazioni del 2023 e quelle intraprese nel primo trimestre 2024 rispondono pienamente a tale logica.
    Nell’ambito dell’impianto strategico tempo per tempo vigente, le movimentazioni di portafoglio effettuate nell’anno 2023 hanno interessato sia la componente in gestione amministrata sia il portafoglio gestito, cercando da un lato di sfruttare tatticamente le opportunità concesse dai mercati e dall’altro di diversificare maggiormente la dipendenza del risultato annuale tra strumenti finanziari.
    Per quanto riguarda la componente in gestione amministrata, la Fondazione ha gestito attivamente il portafoglio azionario realizzando plusvalenze e ruotando le posizioni su altri titoli e andando, in corso d’anno, ad incrementare tale portafoglio sia in termini di numerosità di titoli che di controvalore investito. Lato obbligazionario, la Fondazione ha venduto in plusvalenza ad inizio anno un titolo corporate ma soprattutto ha costruito in corso d’anno un portafoglio di titoli governativi italiani a breve termine, diversificato tra Bot, CCT e Btp, sfruttando l’appetibilità offerta dalla curva governativa italiana sulle brevi scadenze e accumulando così flussi di cassa e contributo positivo al conto economico.
    In merito al portafoglio gestito, la Fondazione ne ha seguito proattivamente l’andamento, a livello sia di prodotti standardizzati (fondi/sicav/etf) sia di comparto dedicato (Quaestio Global Real Return). Per quanto riguarda il complesso dei fondi/sicav/etf, la Fondazione ha venduto le posizioni del portafoglio azionario tematico in due tranches, prima alleggerendo alcune posizioni ma mantenendo l’esposizione a tutti i temi/settori selezionati e poi uscendo quasi per intero dal paniere selezionato, realizzando nella totalità dei casi cospicue plusvalenze.
    Sul comparto Quaestio Global Real Return la Fondazione ha adottato lungo l’esercizio 2023 il consueto approccio vigile e proattivo, monitorando la gestione delegata nel continuo e presidiandola con i consueti Advisory Committee, comitati aventi potere consultivo e non decisionale nei quali la Fondazione può seguire l’evoluzione dei singoli fattori di rischio e modularla anche tatticamente mediante il proprio Advisor delegato a rappresentarla in tali sedi.
    Nel corso del 2023 si sono tenuti tre Advisory Committee del comparto Quaestio Global Real Return, a cui si sono aggiunti frequenti scambi informali tra i membri in corso d’anno.
    A differenza dell’anno 2022 in cui il comparto di Quaestio si è difeso molto bene lungo tutto l’anno, la preferenza relativa per l’azionario asiatico sulla scorta della riapertura dell’economia cinese, che non ha fornito il contributo sperato, e il corposo set di strumenti a copertura, che ha frenato il risultato in un contesto di mercati rialzisti, ha generato una performance nella prima parte dell’anno leggermente negativa ed inferiore a quella dei mercati finanziari.
    Seppur nell’ambito di una impostazione di portafoglio rimasta complessivamente prudente sugli asset rischiosi tenuto anche conto che l’obiettivo prioritario condiviso con la Fondazione era diventato quello di difendere il più possibile il valore di inizio anno, nella seconda parte dell’anno Quaestio ha mantenuto sostanziale continuità nella strategia gestionale complessivamente messa in atto in un’ottica di medio periodo, ruotando alcune esposizioni (ad esempio minor esposizione sulla Cina a favore del Giappone) e andando ad irrobustire gradualmente la componente di rendimento a scadenza del portafoglio mediante progressivo incremento della duration. Grazie a tale impostazione, il portafoglio ha beneficiato del rally di fine anno guidato dalle principali asset class (obbligazionario, sia governativo sia corporate, e azionario). Di riflesso all’andamento positivo degli ultimi mesi 2023, il comparto ha staccato dividendo a dicembre ed è anche rimasto sopra al valore di carico, ottenendo dunque il primario obiettivo gestionale ridefinito in corso d’anno. In termini di movimentazioni, la Fondazione ha avviato da metà anno un percorso di graduale alleggerimento dell’investimento sul comparto Quaestio al fine di diversificare maggiormente la contribuzione da parte dei singoli strumenti al risultato annuale, mediante due rimborsi per complessivi 100 milioni di euro. La liquidità derivante da tali vendite è stata progressivamente reinvestita dalla Fondazione su titoli azionari e obbligazionari volti a generare flussi di cassa periodici con l’obiettivo di massimizzare il contributo al conto economico annuale, in coerenza con la linea guida di indirizzo di irrobustire la componente di portafoglio amministrato.
    Tra gli investimenti aventi come orizzonte temporale il lungo termine nel portafoglio finanziario complessivo della Fondazione vi sono anche gli investimenti in fondi chiusi, di private equity, di private debt, infrastrutturali e immobiliari, diversificati per mercato di riferimento, area geografica, stile di gestione e ciclo di vita. Tali strumenti sono da intendersi come fonte di diversificazione e di decorrelazione rispetto agli asset tradizionali nonché preposti prevalentemente alla rivalutazione del capitale nel medio/lungo termine. Nel corso dell’anno, oltre alle movimentazioni riguardanti i richiami/rimborsi di capitale sui fondi già sottoscritti e avviati, la Fondazione ha versato il primo richiamo di capitale sul fondo immobiliare iGeneration.
    Completano il quadro del portafoglio finanziario investito della Fondazione le partecipazioni in Sefea Impact Sgr Spa e Vita SpA. Tali investimenti, rispondenti più a logiche strategico-sociali che finanziarie, risultano iscritti in bilancio tra le “immobilizzazioni finanziarie” alla voce “altri titoli”.
    Le disponibilità liquide della Fondazione a fine anno ammontano a circa 21 milioni di euro, costituite unicamente da giacenze di c/c diversificati su più istituti bancari.
    La tabella seguente riporta la composizione del portafoglio finanziario della Fondazione a fine 2023, sia a valori di bilancio nel rispetto dei principi contabili adottati, sia valori di mercato.

    (*) Ammontare versato, al netto dei rimborsi in conto capitale e delle svalutazioni finora effettuate dalla Fondazione e valorizzazione a mercato all’ultimo NAV disponibile.
    (**) Valori al netto delle commissioni di gestione.

    4.1.3 Il risultato della gestione

    In linea generale, la Fondazione provvede al finanziamento delle proprie attività istituzionali attraverso i contributi in conto esercizio versati dalle fondazioni di origine bancaria (come previsto dal Protocollo di Intesa del 5 ottobre 2005 firmato dai soci della Fondazione e successivi aggiornamenti) e dai proventi ordinari derivanti dall’investimento del suo patrimonio finanziario, al netto delle spese di funzionamento e degli accantonamenti previsti dalle norme statutarie.

    I contributi in conto esercizio

    Nel 2023 i contributi in conto esercizio versati dalla Fondazioni di origine bancaria ammontano a circa 10 milioni di euro.

    Il risultato della gestione finanziaria

    Il 2023 è stato il secondo anno della strategia di investimento triennale deliberata a fine 2021 a valere sul triennio 2022-2024. Il 2023 è stato complessivamente un anno positivo per i mercati finanziari e la Fondazione, grazie soprattutto al rialzo di fine anno, ha raggiunto e superato gli obiettivi di redditività annuali prefissati (target di rendimento lordo medio annuo della strategia pari al 3%). Il portafoglio finanziario della Fondazione ha infatti ottenuto un rendimento finanziario complessivo lordo positivo del 3,1%. Considerato anche il peso mediamente detenuto sul portafoglio finanziario totale della Fondazione ancora elevato seppur in alleggerimento, il suddetto risultato è ascrivibile prevalentemente alla performance del comparto Quaestio Capital Fund Global Real Return, pari al 4,3% e generata esclusivamente negli ultimi due mesi dell’anno. Dopo un inizio anno positivo, il comparto Quaestio aveva infatti chiuso il primo semestre 2023 con una performance nell’intorno dello zero, spingendo il gestore, su richiesta anche della Fondazione, ad avere come obiettivo prioritario nel secondo semestre la conservazione del valore di inizio anno. Tuttavia, il sorprendente trend positivo dei mercati negli ultimi mesi del 2023 sia obbligazionari che azionari, guidato sia dai dati dell’inflazione in calo che dalle aspettative di una politica monetaria meno accomodante, unitamente al posizionamento complessivo del comparto, hanno consentito non solo di raggiungere l’obiettivo di difendere il valore di inizio anno ma di creare valore aggiunto, tanto che a fine anno la Fondazione ha incassato un provento lordo di circa il 2,5% (circa 1,9% netto), che ha dato un contributo significativo al raggiungimento del target fissato per l’anno, sia in termini finanziari che contabili.
    La progressiva rotazione del portafoglio della Fondazione verso la componente in gestione diretta ha consentito una differente distribuzione dei proventi rispetto agli esercizi passati, con un’ampia partecipazione del portafoglio fondi/sicav e del portafoglio partecipazioni grazie soprattutto ai proventi straordinari generati nell’esercizio a seguito delle prese di beneficio realizzate su alcuni strumenti in portafoglio, nonché del portafoglio obbligazionario. Tali sotto-portafogli che, dopo il comparto Quaestio, hanno dato il maggior contributo alla performance complessiva, hanno infatti contribuito al monte proventi oltre che con i flussi previsti, dati dai dividendi e dai proventi attesi nell’anno, anche con la componente da realizzo da dismissioni.
    In ottica contabile, tenendo conto dei principi adottati dalla Fondazione che prevedono l’iscrizione al conto economico delle minusvalenze maturate e delle plusvalenze solo se effettivamente realizzate, il portafoglio finanziario ha registrato un risultato netto di competenza 2023 pari a circa 9,9 milioni di euro, corrispondente ad una redditività netta di circa il 2% rispetto ai valori di bilancio.
    Nella tabella che segue è presentato il contributo di ciascun sotto-portafoglio al risultato di gestione a valori di bilancio e a valori di mercato (esclusa la redditività derivante dai contributi in conto esercizio versati dalle fondazioni bancarie). Il risultato a valori di bilancio tiene conto dei principi contabili adottati dalla Fondazione, il risultato a valori di mercato considera invece tutto il portafoglio finanziario a valori di mercato.

    Al risultato contabile di bilancio 2023 hanno contribuito positivamente tutti i sotto-portafogli, ad eccezione del portafoglio di fondi chiusi. ll comparto Quaestio Capital Global Real Return apporta il maggior contributo (circa 5,4 milioni, pari all’ 1,4% circa sulla giacenza media da inizio anno) principalmente grazie al provento netto distribuito, pari a circa 6,1 milioni di euro, che compensa le minusvalenze contabili derivanti dai riscatti parziali eseguiti in corso d’anno (circa -746 mila euro). Un contributo significativo alla performance dell’esercizio deriva dai risultati delle negoziazioni eseguite in corso d’anno. Sfruttando l’andamento positivo dei mercati, la Fondazione ha infatti preso beneficio su alcune posizioni consolidando i risultati maturati su strumenti del risparmio gestito, su titoli azionari e in minor misura su titoli obbligazionari. Le plusvalenze consolidate ammontano rispettivamente a circa 1,5 milioni di euro sul portafoglio di fondi (circa 6,7% sulla giacenza media del portafoglio), circa 798 mila euro sul portafoglio partecipazioni (circa 5,6% sulla giacenza media del portafoglio), circa 124 mila euro sul portafoglio obbligazionario.
    I proventi netti del portafoglio obbligazionario sono rappresentati quasi esclusivamente dalle cedole nette di competenza, pari a circa 1,1 milioni di euro, che contribuiscono in maggior misura rispetto agli esercizi passati grazie agli investimenti eseguiti in corso d’anno che hanno determinato un significativo incremento di tale componente nel portafoglio della Fondazione. Il volume del portafoglio obbligazionario diretto ha quintuplicato le dimensioni rispetto all’esercizio precedente: gli acquisti, al netto delle vendite e dei rimborsi, hanno determinato un incremento del valore nominale del portafoglio obbligazionario di circa 85 milioni di euro, con un ammontare investito a fine anno pari a circa 99,4 milioni (15,4 milioni di euro ad inizio esercizio). Marginale, oltre al contributo delle plusvalenze da dismissione, anche l’effetto contabile delle svalutazioni e delle riprese di valore dei titoli obbligazionari contabilizzati al “minore tra” che complessivamente apportano un contributo positivo di circa 26 mila euro.
    Il portafoglio azionario, oltre alle plusvalenze consolidate, partecipa al risultato contabile grazie ai dividendi distribuiti nell’anno sui titoli in portafoglio, pari complessivamente a circa 842 mila euro netti, corrispondenti ad un dividend yield netto di circa il 7% rispetto alle valorizzazioni di bilancio.
    Sul portafoglio fondi/ETF incidono invece positivamente anche le riprese di valore su alcuni strumenti ancora in portafoglio a fine anno, in particolare sul fondo Calamos, la cui performance positiva sul 2023 (+9,4%) ha consentito di recuperare buona parte delle svalutazioni pregresse (ripresa di valore pari a circa 557 mila euro).
    I fondi chiusi contribuiscono complessivamente al risultato di gestione in maniera negativa: i proventi netti distribuiti nell’esercizio, pari a circa 654 mila euro (redditività dell’1,5% sulla giacenza media investita), vengono erosi dalle svalutazioni apportate a fine esercizio sul fondo Tendercapital Real Asset Fund, svalutato al NAV ufficiale del 31 dicembre 2022, il Fondo Green Arrow Renewable Energy, svalutato al NAV ufficiale del 30 giugno 2023 (in entrambi i casi ultimi Nav disponibili) e il fondo Green Star Comparto Bioenergie, svalutato al NAV ufficiale del 31 dicembre 2023.
    Il risultato del portafoglio complessivo a valore di mercato risulta superiore a quello di bilancio e pari a 17,8 milioni di euro, grazie al contributo positivo di tutti i portafogli. L’incremento del valore del risultato a mercato rispetto al valore di bilancio è ancora una volta ascrivibile in maggior misura al comparto Quaestio, la cui performance positiva a mercato, pari all’1,9% (al netto del provento distribuito) determina un incremento dei proventi a mercato di circa 4,7 milioni di euro. A circa il 2% si attesta anche la rivalutazione a mercato che sta maturando sia sul portafoglio azionario che su quello fondi/etf mentre più contenuto è l’impatto a mercato sul portafoglio obbligazionario (+0,5%). In merito alla stima del risultato a valore di mercato dei fondi chiusi, è opportuno tuttavia ricordare che il Nav (ovvero il valore patrimoniale del fondo diviso per il numero di quote) può divergere significativamente dal prezzo di mercato (che si forma dall’incontro tra domanda e offerta investitori) spesso inferiore. Ad incidere negativamente sulla rivalutazione a mercato impatta maggiormente il fondo Sefea Social Impact.

    4.1.4 L’evoluzione prevedibile della gestione economica e finanziaria

    Le prospettive economiche per il 2024 rimangono quelle di un rallentamento generalizzato in grado di essere controllato dalle politiche economiche sia pur con la presenza ancora di rischi rilevanti. L’inflazione resta uno dei principali elementi in grado di condizionare le aspettative di crescita per i prossimi mesi. Il consolidamento delle attuali tendenze potrà favorire l’attesa inversione di tendenza delle politiche monetarie ma stanno emergendo rischi, al momento ancora contenuti, nei mercati internazionali delle materie prime e della logistica che potrebbero condizionare le scelte delle banche centrali sul timing e l’intensità della fase espansiva. A questo si aggiungono le tensioni geopolitiche, delle quali per ora i mercati sembrano non tenerne conto, che potranno condizionare i climi di fiducia e mantenere debole il commercio internazionale. La situazione è tuttavia eterogenea tra le maggiori aree mondiali. Negli Stati Uniti iniziano a manifestarsi segnali di rallentamento prospettico, mentre in Cina non emergono fattori in grado di rilanciare la crescita e l’Europa fatica a risollevarsi dalla stagnazione degli ultimi mesi. Gli elementi di debolezza dell’economia statunitense attengono alle difficoltà che ancora caratterizzano il mercato immobiliare e agli effetti distorsivi dell’inflazione che ha colpito le classi a più basso reddito mentre la restrizione monetaria potrebbe non avere ancora esaurito le ripercussioni sulle famiglie e imprese. Ciò nonostante, la tenuta del mercato del lavoro potrà fornire ancora un contributo positivo alla formazione di reddito disponibile generando un quadro nel quale l’economia statunitense, pur in rallentamento, resterà tra le più dinamiche anche nel 2024. Diversa è la situazione dell’Europa che soffre la progressiva perdita di competitività della Germania mentre la scadenza delle misure per contrastare gli effetti della crisi energetica, insieme alle volontà di riportare le finanze pubbliche su un sentiero di maggiore sostenibilità, implicano un minore sostegno delle politiche di bilancio all’attività economica. A differenza degli Stati Uniti, inoltre, le famiglie continuano ad accumulare risparmio lasciando prevedere consumi relativamente deboli nel corso dei prossimi mesi. I mercati finanziari continueranno ad essere condizionati dalle aspettative sulle future scelte delle banche centrali e dalla tenuta dei margini di profitto sostenuti dalla crescita della produttività. E’ difficile quantificare quanto di queste condizioni siano state già incorporate nelle quotazioni dei mercati finanziari dopo le performance di fine anno. Certamente è lecito attendersi andamenti più contrastati e frequenti cambi di sentiment che potranno risultare più o meno sensibili in funzione dell’esasperarsi o meno dei rischi in corso.

    4.1.5 Fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura d’esercizio

    Nel periodo intercorso tra la data di chiusura dell’esercizio e quella di redazione del bilancio, in coerenza con lo scenario di mercato attuale e prospettico e le vigenti linee guida di indirizzo di gestione del patrimonio, la Fondazione ha da un lato ripristinato l’allocazione sull’azionario globale tematico tramite prodotti del risparmio gestito ruotando verso nuovi temi/settori maggiormente in linea all’attuale contesto di mercato, e dall’altro ha reinvestito i rimborsi dei titoli obbligazionari man mano giunti a scadenza naturale su titoli azionari ed obbligazionari aventi redditività attesa coerente con l’Asset Allocation Strategica vigente e con il fine di irrobustire la componente di portafoglio volta a generare flussi di cassa periodici.

    Bilancio completo - versione stampabile


    Fondazione CON IL SUD
    Via del Corso, 267
    00187 Roma
    Tel: +39 06 6879721
    Fax: +39 06 68130483
    E-Mail: comunicazione@fondazioneconilsud.it
    www.fondazioneconilsud.it
    www.esperienzeconilsud.it